martedì 9 novembre 2021

«Ti guardo negli occhi, e Ti vedo nell’anima, e le mie antiche labbra ri-trovano la parola amore». Lettera di Giuseppe Ungaretti a Bruna Bian-co del 12 Novembre 1966

 


Anima mia, sono qui sul velluto granatina d’una panca del mio caro Caffè Greco che non potrai conoscere prima del gennaio 1968. E’ una data lontana, e un’antichità come me per il quale il tempo passa come un fulmine – gli è passato, quasi un secolo, come un fulmine – quando ha – ogni momento – il desiderio d’esserTi vicino, di ascoltare la tua voce che risponde alla mia non per lettera, ma dalla presenza immediata, il tempo non gli passa più, il tempo diventa secoli, ed è uno spasimo intollerabile il tentativo vano di affrettarne il corso.

Sono alcuni giorni che non Ti scrivo. Quanti? Solo due mi pare. Ma mi sembra di non averti scritto più da secoli.

A Parigi avrò giornate piene; ma non tanto da impedirmi di pensare di continuo a Te e di scriverti con regolarità. Se ormai la parte essenziale del mio essere, il battito del mio vecchio cuore; ma non è più stanco da quando l’animi e lo ispiri, anima mia.

Devo preparare per Gallimard un’edizione francese dei miei saggi critici1 e la ristampa riveduta della traduzione francese delle mie poesie.

La poesia è un’arte difficile, anima mia. Ne hai la vocazione. Non ti manca l’impeto. La dicitura è lunga pazienza: fare e rifare sino ad ottenere un testo che non somigli a nessun altro, che somigli solo all’anima che l’ha nutrito, e a chi dovrà nutrire del suo amore esploso dalle parole. Ma le parole per permettergli di esplodere, sono scontrose, riottose, ostili, addirittura nemiche. E’ difficilissimo riempire le parole d’amore, anche quando il cuore è pieno, trabocca d’amore, come il tuo e il mio.

Aspetto Tue poesie e Ti guardo negli occhi, e Ti vedo nell’anima, e le mie antiche labbra ritrovano la parola amore, e se la ripetono incredule, e la bisbigliano perché tu sola la senta, tu che hai saputo capire tante cose, e capire che un poeta non potrà cessare d’amare mai. Amore è la poesia di cui vivo, per cui sono tornato a vivere, è quest’incendio dal quale non mi salverò più, ora che ti posso guardare negli occhi come fossero la mia vista sublime, e lo sono, anima mia, che bacio e ribacio senza mai, senza mai un attimo di requie

Unga

Roma 12 / XI / 1966

 

(1) Innocense et mémoire, tradotto dal poeta francese Philippe Jaccottet, che uscirà in Francia nel 1969, contemporaneamente con l’inaugurazione de I Meridiani – Mondadori per Tutte le poesie.

 

 

Le lettere di Giuseppe Ungaretti

«Sento sempre la Tua voce. E cerco con gli occhi il tuo viso». Lettera di Giuseppe Ungaretti a Bruna Bianco del 15 settembre 1966

https://ale0310.blogspot.com/2021/06/sento-sempre-la-tua-voce-e-cerco-con.html

«Io Ti amerò sempre, come un’incredibile apparizione, come una sublime generosità» Lettera di Giuseppe Ungaretti a Bruna Bianco del 23 ottobre 1966.

https://ale0310.blogspot.com/2021/06/io-ti-amero-sempre-come-unincredibile.html

«Il tuo ricordo, e domani ancora la tua presenza?» Lettera di Giuseppe Ungaretti a Bruna Bianco del 26 ottobre 1966.

https://ale0310.blogspot.com/2021/07/il-tuo-ricordo-e-domani-ancora-la-tua.html

«Ho tante cose da dirti. Hai tante cose da dirmi». Lettera di Giuseppe Ungaretti a Bruna Bianco del 27 ottobre 1966.

https://ale0310.blogspot.com/2021/08/ho-tante-cose-da-dirti-hai-tante-cose.html

«Non ho altro conforto se non questo di vivere di continuo con Te». Lettera di Giuseppe Ungaretti a Bruna Bianco del 29 ottobre 1966

https://ale0310.blogspot.com/2021/08/non-ho-altro-conforto-se-non-questo-di.html

«Il solo modo per rompere la mia solitudine, è stare con Te, amarti, mia Poesia, mia Luce, Anima mia» Lettera di Giuseppe Ungaretti a Bruna Bianco del 3 novembre 1966

https://ale0310.blogspot.com/2021/09/il-solo-modo-per-rompere-la-mia.html

«Anima mia, dirti che ti amo è troppo poco». Lettera di Giuseppe Ungaretti a Bruno Bianco dell’11 Novembre 1966

https://ale0310.blogspot.com/2021/10/anima-mia-dirti-che-ti-amo-e-troppo.html

 

 

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