In una stanza oscura, che presenta tante tele di
ragno e del fumo, una vecchia deforme e con volto assai rugoso, colle mani
arrossate, è vestita molto rozzamente. Intorno a sé, ha diversi crogioli e vasi
di vetro di diverse grandezze e lambicchi, bacchette d’oro e d’argento ed altre
ancora di diversi metalli. Ella è inginocchiata davanti ad un fornello, mentre per
mezzo di una canna, soffia su una brace composta in un crogiolo. Sopra la
testa, notiamo un pellicano, ai suoi piedi una cornucopia piena di rami e
fronde di alberi, che non danno frutto, come il pioppo, l’abete e tutti quelli
che sono disposti lungo i corsi d’acqua.
L’Alchimia è rappresentata come una signora assai
vecchia, poiché la scienza alchemica trarrebbe origine dal mondo mitologico. Le
sue mani sono bruciate dal calore, così come il volto, poiché il corpo
dell’Alchimista si deforma, stando a contatto col Fuoco, diventando sgradevole
a chi lo mira.
Il corpo dell’Alchimista di deforma, per trans –
formarsi, essendo la scienza alchemica rivolta ad un cambiamento spirituale
reale e quindi anche fisico.
Gli abiti sono molto dimessi, poiché l’Artista vive
sempre in povertà, avendo consumato per avidità tutte le sue sostanze, col fine
di rintracciare l’oro. Egli è simile a quel cane, protagonista di una favola di
Fedro, che, dovendo trasportare sul fiume una preda, che teneva stretta in
bocca, notò la sua immagine riflessa, che scambiò per un rivale. Al fine di
conquistare anche la preda del nemico, perse la sua, scambiando l’inganno col
vero.
La vecchia sta soffiando nella brace, che si trova
nel crogiolo; ciò significa ch’ella trascorre il tempo, consumando la sua
vista, essendo il fuoco assai dannoso per gli occhi. La vista fisica deve
consumarsi, affinché possa aprirsi alla conoscenza la vista interiore o
spirituale, rintracciata spesso nel terzo occhio. Finché non cadranno le
illusioni del mondo reale, che si manifestano agli occhi dell’uomo, non si
potrà vedere la realtà del mondo dello spirito.
Il pellicano denota la pazzia e l’imprudenza
dell’Alchimista. L’animale infatti, a differenza degli altri uccelli, che
costruiscono il loro nido in cima agli alberi, si rivolge ai piani più bassi e
depone le uova sottoterra, cosicché sono facilmente preda dei contadini, che
solitamente appiccano il fuoco, onde bruciarle. Il pellicano allora, al fine di
spegnere le fiamme, si conduce sovra di esse e muove velocemente le ali; agitando
il vento, concorre all’accrescimento della fiamma, cosicché rimane bruciato,
morendo insieme ai figli.
La Cornucopia, colma di fronde e rami d’alberi
infruttiferi, chiarisce come l’Alchimia sia un’arte di grande apparenza ed
alcuna sostanza materiale.
L’ambiente assai inospitale rappresenta
l’interiorità dell’uomo, che, a volte, non sa cosa ci sia all’interno di sé,
perché voltato e votato verso tutto ciò che è altro.
L’oscurità è la dimensione spirituale, da cui parte
l’alchimista: l’iniziale buio interiore, in cui è nascosta la fiamma della vera
conoscenza.
La presenza di alcune tele di ragno sono i risultati
degli sforzi, che non hanno portato dei risultati, poiché infiniti i tentativi,
al fine di giungere all’Oltre.
Il fumo declina la perdita di tempo e di sostanze, che
sembrerebbe significhi l’arte dell’alchimista. Bisogna perdere il tempo, per
proiettarsi sul piano spirituale nell’a – tempo, sconfiggendo così Κρόνος, l’inizio e la fine della vita
terrena, e partecipando al vortice inarrestabile di ἐνιαυτός, l’infinito
ritorno.
La parola kīmiyā’
significherebbe anche occultare e quindi Scientia
operum naturae, tradotto poi
erroneamente in magia e, dalla trasmutazione dei metalli, metallurgia. In Genesi 4, 17 è scritto: «Tubal-Kain, il fabbro, padre di quanti
lavorano il bronzo e il ferro», iscrivendolo, simbolicamente, quale
inventore dell’Alchimia, che fu coltivata in Egitto, presso cui Mosè (Atti 7, 22) «fu educato in tutta la sapienza ed era potente in parole e in opere».
Ermete Trismegisto |
Cornelio Agrippa (1486 - 1536) |
L’«Abbondanza» secondo l’«Iconologia» di
Cesare Ripa
https://ale0310.blogspot.com/2021/07/labbondanza-secondo-liconologia-di.html
L’«Adulazione» nell’«Iconologia» di
Cesare Ripa
https://ale0310.blogspot.com/2021/08/ladulazione-nelliconologia-di-cesare.html
L’«Adulterio» secondo l’«Iconologia» di
Cesare Ripa
https://ale0310.blogspot.com/2021/08/ladulterio-secondo-liconologia-di.html
L’«Affabilità» secondo l’«Iconologia» di
Cesare Ripa
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L’«Affettazione» nell’«Iconologia» di
Cesare Ripa
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L’«Aiuto divino» nell’«Iconologia» di
Cesare Ripa
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L’«Aiuto» dall’«Iconologia» di Cesare Ripa
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