giovedì 2 settembre 2021

Il Papa, il latino e i limiti della pastorale della nostalgia

Assai interessante l’articolo comparso su www.lanuovabq.it a firma Andrea Zambrano giovedì 2 settembre 2021 sulla messa in latino

Non posso ritenermi cattolico, ma cristiano, poiché figlio di una tradizione plurisecolare, che ha inteso attraverso l’Arte celebrare il mistero del Dio fatto uomo. Il mio intervento vorrebbe sottolineare come la Chiesa, depositaria di antichissime tradizioni, stia compiendo solo atti antitradizionali, che – a mio avviso – tradirebbero la sua natura divina, consegnandola sempre più all’immanentismo della storia umana. Ogni uomo sa che dentro di sé vive qualcosa, che supera l’umano e che chiamiamo divino, quale perfezionamento della propria natura fisica. Allora sono sorte le religioni, perché aiutassero l’uomo in questo cammino, indirizzandolo verso una dimensione altra. Le Chiese o le Tradizioni iniziatiche rappresentano il cammino per il proprio perfezionamento interiore, purché rimangano ancorate ad un’idea di Altro e di Oltre. Porsi in cammino nell’anabasi, vuol dire abbandonare gli strumenti umani; la lingua latina sarebbe lo strumento, per chi seguisse la Via umida, attraverso cui l’uomo sperimenterebbe in sé qualcosa di nuovo, irraggiungibile con l’uso degli strumenti della quotidianità. Ma il latino sarebbe una lingua morta, che continua a vivere nell’uso della lingua italiana. Solo in Italia la lingua latina è ritenuta inutile. Siamo ormai un Paese indottrinato televisivamente e rifiutiamo tutto ciò che non riusciamo più a capire, addormentati dal nuovo scellerato verbo mediatico.

Papa Francesco attraverso il motu proprio Traditione Custodes ha emanato nuove disposizioni a proposito dell’uso della lingua latina nella celebrazione liturgica, ripristinata dalla volontà di Benedetto XVI.

Secondo l’attuale Pontefice, la scelta di Papa Ratzinger si dovrebbe interpretare quale azione pastorale «bella ed umana». La preoccupazione che la scelta liturgica potesse entrasse nel cono ideologico, avrebbe così consigliato Papa Francesco a porre ordine (dice Lui) nella celebrazione, al fine di evitare gli «eccessi» (quali? Di quale genere?). Così al fine di evitare percorsi ideologici al posto di iniziative pastorali, egli contempla solo il rito post – conciliare emanato da Paolo VI. L’articolista nota come siano stati, dal 2007 ad oggi, diversi i gruppi, che si sono formati, per partecipare al cosiddetto rito antico, ai quali non sarà possibile ulteriore azione d’aggregazione. E’ un decisivo colpo contro la Tradizione, contro tutto ciò che ci è stato trasmesso, contro il passato, che dovrebbe svolgere la funzione di generazione del futuro, poiché il futuro è figlio del passato, altrimenti non è. Oggi la celebrazione della messa è lasciata quasi all’interpretazione dell’officiante, causando così una frantumazione del Corpus e non la sua suddivisione tra i fedeli. Anche l’articolista riconosce il pericolo d’una «sciagurata» (l’aggettivo è nostro) azione, che determinerà l’allontanamento dal Centro vitale delle diramazioni laterali, braccia sempre più separate dal corpo, isole separate dal mare dell’incomunicabilità.

Nel corso di questi ultimi anni, grazie alla spinta ed all’impeto dell’azione di Benedetto XVI, molti fedeli si sono avvicinati al rito antico, al fine di vivere una dimensione più spirituale e sacro della Messa, spesso diventato uno show televisivo a vantaggio di preti protagonisti.

L’uso del sostantivo nostalgia riporta al significato di ritorno, quindi di tempo circolare, d’inserimento in un preciso meccanismo di luce e di ombra, ma anche un ritorno a chi ci ha preceduto attraverso la ripercussione di eventi e manifestazioni a loro appartenuti.

L’articolista poi scrive che l’età media dei partecipanti alla messa tradizionale sarebbe molto bassa, contraddicendo il giudizio deleterio del papa sulla nostalgia, poiché per la prima volta essi si sono avvicinati al sacro mistero legato all’uso della lingua latina.

Papa Francesco appartiene a quella generazione di sacerdoti formati nella convinzione che la messa antica in fondo non era altro che un cascame della Tradizione, mentre – al contrario – l’attuale caos celebrativo funge da autentico cascame di ciò che è stato partorito dal Concilio.

Un colpo, duro, durissimo di un Papa, che non so capire.

https://lanuovabq.it/it/il-papa-il-latino-e-i-limiti-della-pastorale-della-nostalgia

 

 

2 commenti:

  1. Queste idee opinioni che evidenziano contrasti religiosi dottrinali tra i due papi uno dimessosi, l'altro regolarmente eletto, creano sofferenza, disinganno, confusione tra i credenti, in uno stato di credenza religiosa ridotto al minimo. Penso che siano discorsi da fare in privato3 settembre 2021 alle ore 08:54

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  2. Concordo pienamente. In privato, sono disponibile allo scambio d'opinioni:
    alessandrodiadamo@gmail.com

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