martedì 19 ottobre 2021

Michelangelo: La Pietà Bandini

 


Ascanio Condivi fu un allievo di Michelangelo Buonarroti, a cui dedicò una «Vita», autorizzata dal suo Maestro e pubblicata nel 1553 e dedicata a papa Giulio III.

 

Michelangelo - Crocifissione di San Pietro (Palazzi Vaticani, Cappella Paolina)

La Cappella paolina del Palazzo apostolico vaticano fu affrescato da Michelangelo, per volontà papale, colla «Crocifissione di San Pietro» e con la «Conversione di San Paolo» «E questa è l’ultima opera, che fin a questo giorno di lui s'è vista di pittura, la quale finì, essendo d’anni settantacinque». 

Michelanelo - Conversione di Saulo (Palazzi Vaticani, Cappella Paolina)

Quindi operò nella Pietà Bandini (oggi al Museo dell’Opera del Duomo di Firenze). «Quest’è un gruppo di quattro figure più che al naturale, cioè un Cristo deposto di Croce, sostenuto così morto dalla sua Madre, la quale si vede sottentrare a quel corpo, col petto, colle braccia e col ginocchio in mirabil atto; ma però aiutata di sopra da Nicodemo, che ritto, e fermo in sulle gambe, lo solleva sotto le braccia, mostrando forza gagliarda, e da una delle Marie della parte sinistra; la quale ancorché molto dolente si dimostri, nondimeno non manca di far quell’uffizio, che la Madre per lo estremo dolore prestar non può. Il Cristo abbandonato casca con tutte le membra relassate; ma in atto molto differente, e da quel che Michelagnolo fece per la Marchesana di Pescara, e da quel della Madonna della Febbre. Saria cosa impossibile narrare la bellezza e gli affetti, che ne’ dolenti e mesti volti si veggiono, sì di tutti gli altri, sì dell’affannata Madre; però questo basti. Vo’ ben dire ch’è cosa rara, e delle faticose opere, che egli fino a qui abbia fatte; massimamente, perché tutte le figure distintamente si veggono; né i panni dell’una si confondono co’ panni dell’altre».

Michelangelo fu, sin da giovane, versato nello studio, che aggiunse dottrina alle sue doti naturali, realizzando poi figure inimitabili. La sua arte fu universalmente apprezzata e riconosciuta, tantoché ricevette inviti da tutta Europa.

Al fine di rappresentare il vero, Michelangelo «lasciò il tagliar de’ corpi; conciossiaché il lungo maneggiargli di maniera gli aveva stemperato lo stomaco, che non poteva né mangiar, né bere, che pro gli facesse. È ben vero che di tal facoltà così dotto e ricco si partì, che più volte ha avuto, in animo, in servigio di quelli, che voglion dare opera alla Scultura e Pittura, fare un’opera, che tratti di tutte le maniere de’ moti umani, e apparenze, e dell’ossa, con una ingegnosa teorica, per lungo uso da lui ritrovata; e sarebbe fatta, se non si fosse diffidato delle forze sue, e di non bastare a trattar con dignità ed ornato una tal cosa, come farebbe uno nelle scienze e nel dire esercitato».

Il Condivi raccontò poi che Michelangelo lo invitò più volte presso Sant’Agata, dove aveva in uso il cadavere di un moro; ed egli ebbe modo di annotare tutte le osservazioni del Maestro, che sperava presto di pubblicare.

«Dovendo Michelagnolo dipignere la volta della Cappella di Sisto, il Papa ordinò a Bramante che facesse il ponte. Egli, contuttoché fosse quell’architettore ch’egli era, non sapendo come se lo fare, in più luoghi pertugiò la volta, calando per que’ pertugj certi canapi, che tenessino il ponte. Ciò vedendo Michelagnolo se ne rise e domandò a Bramante, come sarebbe da fare, quando venisse a que’ pertugj. Bramante, che difension non aveva, altro non rispose, se non che non si poteva fare altrimenti.

La cosa andò innanzi al Papa: e replicando Bramante quel medesimo, il Papa voltato a Michelagnolo: Poiché questo, disse, non è a proposito: va, e fattelo da te. Disfece Michelagnolo il ponte; e ne cavò tanti canapi, che avendogli donati a un pover’uomo, che l’aiutò, fu cagione ch’egli ne maritasse due sue figliuole. Così fece senza corde il suo, così ben tessuto e composto, che sempre era più fermo quanto maggior peso aveva . Ciò fu cagione d’aprire gli occhi a Bramante, e d’imparare il modo di far un ponte: il che poi nella fabbrica di San Piero molto gli giovò. E contuttociò che Michelagnolo in tutte queste cose non avesse pari; nondimeno non volle mai far professione d’architettore. Anzi, ultimamente morto Antonio da San Gallo, architetto della fabbrica di San Pietro, volendo Papa Paolo metterlo in luogo suo, egli molto ricusò quell’impiego, allegando che non era sua arte: e così il ricusò, che bisognò che ’l Papa gliene comandasse, facendogli un moto proprio amplissimo, quale dipoi gli fu confermato da Papa Giulio III, al presente, come ho detto. Per questo suo servizio Michelagnolo non ha mai voluto cosa alcuna; e così volle che fosse dichiarato nel moto proprio. Sicché mandandogli un giorno Papa Paolo cento scudi d’oro per Messer Pier Giovanni, allora Guardaroba di Sua Santità, ora Vescovo di Forlì, come quelli, che avessino ad essere la sua provvisione d’ un mese, per conto della fabbrica; egli non gli volle accettare, dicendo che questo non era il patto, che avevano insieme; e gli rimandò indietro; del che Papa Paolo si sdegnò, secondoché l’ha detto ancora Messer Alessandro Ruffini gentiluomo Romano, Cameriere e Scalco allora di Sua Santità, ma non per questo si mosse Michelagnolo del suo proposito». 

 

LA VITA DI MICHELANGELO BUONARROTI DALLA «VITA» DI ASCANIO CONDIVI (1553)

Gli inizi

https://ale0310.blogspot.com/2021/06/michelangelo-buonarroti-gli-inizi.html

Contro la volontà di Papa Giulio II Della Rovere

https://ale0310.blogspot.com/2021/07/michelangelo-contro-la-volonta-di-papa.html

La volta della Cappella Sistina

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Le quattro statue nella Sagrestia Nuova di San Lorenzo a Firenze

https://ale0310.blogspot.com/2021/09/michelangelo-le-quattro-statue-nella.html

Il Giudizio universale

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