giovedì 7 ottobre 2021

La storia dell’Arcadia: gli inizi

 


L'Arcadia conservò certe buone tradizioni di stile; vi fu anche una tale Arcadia, e bisognerebbe parlarne con un po' di creanza.

Giosuè Carducci

Alla fine del Seicento, la letteratura italiana soleva distinguersi per l’esagerazione e la stranezza, con cui gli autori presentavano i loro pensieri, tanto da creare la necessità di ricondurre l’espressione letteraria all’osservanza dei sacri canoni del buongusto.

Cristina di Svezia (1626 - 1689)
Attorno alla figura di Cristina di Svezia, si riunì un gruppo di letterati, che intendevano proporre una significante semplificazione dell’ars scrivendi. Costei, nata nel 1626, abdicò a favore del cugino Carlo Gustavo e, rinnegata la fede luterana, si trasferì a Roma, accolta festosamente da Alessandro VII Chigi. Si dedicò alla protezione degli uomini di lettere, che piansero amaramente la sua scomparsa, il 19 aprile 1689, regnante Innocenzo XI Odescalchi, qualche mese prima della fondazione dell’Arcadia.
Innocenzo Xi (1611 - 1689)

Designato quale erede il cardinal Decio Azzolini, alla sua scomparsa l’immensa biblioteca passò per la protezione al nipote Pompeo, fin quando
Alessandro VIII (1610 - 1691)
Alessandro VIII Ottoboni rilevò l’intero patrimonio librario, ordinandone la collocazione in Vaticano ed, in piccola parte, presso il nipote, il cardinale Pietro Ottoboni.

Il 24 gennaio del 1656, si tenne la prima accademia in casa di Cristina, avviando lo studio delle scienze morali e guardando alla lirica toscana in opposizione ai traviamenti letterari secenteschi.

Il 5 ottobre del 1690, gli Arcadi si riunirono per la prima volta nel Giardino dei Padri Riformati in San Pietro in Montorio, in cui proclamarono Cristina patrona, sotto il nome greco di Basilissa. A ricordo di quell’importante riunione, scrissero:

«Arcadia. — Conversazione di belle lettere istituita in Roma ai V di ottobre l'anno 1690.

Basilissa. — Cristina Alessandra Regina di Svezia di glor: me: nel cui giardino arcadicamente detto il Bosco Parrasio si ragunano gli Arcadi Pastori.

Radunanza I.

Cav. D. Paolo Coardi da Torino.

Giuseppe Paolucci da Spello.

Vincenzo Leonio da Spoleto.

Silvio Stampiglia da Civita Lavinia.

Giovanni Mario Crescimbeni da Macerata.

Vincenzo Gravina Napolitano.

Giovan Battista Zappi Imolese.

Ab. Carlo di Tournon da Torino.

Ab. Pompeo Figari genovese.

Paolo Antonio del Negro genovese.

Cav. Melchiorre Maggio fiorentino.

Giacomo Vicinelli romano.

Paolo Antonio Viti da Orvieto.

Agostino Maria Taja Sanese.

Quasi tutta l’Italia era rappresentata, tra letterati assai blasonati, come il Crescimbeni ed il Gravina, ed altri meno noti.

Giuseppe Paolucci (1661 – 1730), segretario del cardinal di San Cesareo, Giovanni Francesco Negroni, si distinse nella pregevole raccolta delle Rime e della Vita di Gabriele Chiabrera.

Vincenzo Leonio (1650 – 1720) aveva pubblicato diverse prose, che avremmo ritrovato nel I e VII tomo delle pubblicazioni arcadiche; scrisse anche un Trattato compiuto della Poesia pastorale.

Silvio Stampiglia, futuro poeta cesareo, pubblicò le sue Rime nei tomi II, III e VIII dell’Arcadia; storiografo ed autore d’opere tragico – comiche.

 Pompeo Figari (? – 1730) pubblicò nei tomi II e IX.

Carlo di Tournon (1668 – 1710), successivamente cardinale per volontà di Clemente XI, era stato reso celebre dallo zelo apostolico, che lo aveva spinto a fingersi missionario in Cina. Il Crescimbeni ne lodò le gesta, dedicandogli una biografia nelle Vite degli Arcadi illustri.

Il canonico Agostino Maria Taia (? – 1717), uomo di ottime lettere, compose un panegirico latino in lode di Innocenzo XII e pubblicò un volume col titolo Massime ed Espressioni di civile ed ecclesiastica prudenza, estratte dall'Istoria del Concilio di Trento, scritta dal cardinal Sforza Pallavicino. Armato anche nelle cose d’arte, compose nel 1712 la Descrizione del Palazzo Apostolico Vaticano.

Giovanni Mario Crescimbeni (1663 - 1728)
I personaggi più ragguardevoli furono Giovanni Mario Crescimbeni (1663 – 1728) e Vincenzo Gravina (1664 – 1718).

Crescimbeni, arciprete di Santa Maria in Cosmedin, si era trasferito a Roma, dalla natia Macerata, nel 1681, trovando protezioni ed onori letterari. Stampò nel 1695 le sue Rime, cui seguirono le Vite de'più celebri Poeti Provenzali, e l'Istoria della Volgar Poesia, divisa in sei libri ed altre numerosissimi pubblicazioni, attraverso le quali si collocò quale restauratore del costume letterario toscano. Molte Accademie lo iscrissero tra i propri membri: la Crusca, Intronati, Intrecciati, Animosi, Curiosi.

Gian Vincenzo Gravina (1664 - 1718(
Il calabrese Gian Vincenzo Gravina (1664 – 1718) si recò nel 1689 a Roma, ospite dell’arcadico Coardi per diversi anni. Nel 1691, pubblicò l’elegantissima Hydra mistica, sive de corrupta morali doctrina; l’anno appresso il gustoso Ragionamento sopra l’Endimione, componimento drammatico di Alessandro Guidi. Nel 1696, lo Specimen Prisci Juris, poi inserito nella sua opera principale: il Discorso dell'antiche favole. Grazie al successo delle sue pubblicazioni, Innocenzo XII Pignatelli gli assegnò la cattedra di Diritto civile alla Sapienza, per poi passare, nel 1703, a quella di Ragion canonica ossia d’interprete del Decreto di Genzano. De ortu et progressu juris civilis, intitolato a Clemente XI, vide la luce per la prima volta nell’anno 1715. Il lavoro senz’altro più importante fu Della Ragion poetica, diviso in due tomi, con cui spronò gl’italiani a riprendere gli studi su Dante. Il libro sarebbe stato consigliato poi anche dal Foscolo, che la definì «opera egregia.... forse (e senza forse) la più bella arte poetica che abbia il mondo». A codesto libro, si sarebbe aggiunto il Regolamento degli studi di nobile, dedicato alle donne, che avrebbero dovuto sommare, alla grazia comportamentale femminile, anche quella dell’animo, al fine di non mostrare il passar del tempo.

 

Articoli

«Achille in Sciro» di Pietro Metastasio

https://alessandrodiadamo.wordpress.com/2021/04/12/achille-in-sciro-di-pietro-metastasio/

«Alessandro nelle Indie» di Pietro Metastasio

https://ale0310.blogspot.com/2021/07/alessandro-nelle-indie-di-pietro.html

«Antigono» di Pietro Metastasio

https://ale0310.blogspot.com/2021/09/antigono-di-pietro-metastasio.html

La «Didone abbandonata» di Pietro Metastasio

https://alessandrodiadamo.wordpress.com/2021/03/01/la-didone-abbandonata-di-pietro-metastasio/

Il debutto «napoletano» di Pietro Metastasio

https://alessandrodiadamo.wordpress.com/2021/02/06/il-debutto-napoletano-di-pietro-metastasio/

Il mondo dell’opera nel Settecento. Dal mito alla storia

https://alessandrodiadamo.wordpress.com/2020/06/27/il-mondo-dellopera-nel-settecento-dal-mito-alla-storia/

Il Poeta di Maria Teresa d’Austria

https://alessandrodiadamo.wordpress.com/2020/11/10/il-poeta-di-maria-teresa-daustria/

La grandezza di Pietro Metastasio

https://alessandrodiadamo.wordpress.com/2020/11/16/la-grandezza-di-pietro-metastasio/

Pietro Metastasio a Vienna

https://alessandrodiadamo.wordpress.com/2020/11/03/pietro-metastasio-a-vienna/

Pietro Metastasio verso la gloria

https://alessandrodiadamo.wordpress.com/2020/10/29/pietro-metastasio-verso-la-gloria/

 

 

 

Nessun commento:

Posta un commento